mercoledì 17 ottobre 2018

UNA GITA





La salita era impietosa fin dall'inizio: lasciato il paese il sentiero si inerpicava faticoso ed erto in mezzo all'erba alta. L'ingresso nel bosco  creava un momento  di conforto e di frescura. Un occhio qua, uno la' nella speranza di intravvedere qualche fungo o un cespuglio di mirtilli. Il capo gita riprendeva chi si fermava, non eravamo alla ricerca di  funghi, dovevamo raggiungere presto la cascata e poi l'orrido: Si era a fine estate, il sole splendeva, ma non garantiva che fosse cosi' fino alla fine del percorso. L'altopiano era lontano e insidioso, bastava  qualche nuvola e non avremmo piu' goduto del tepore  dei suoi raggi.
La cascata,annunciata dal forte rumore dell'acqua, esplodeva davanti a noi quasi all'improvviso, bagnando il terreno circostante e il ponte stesso, insidioso da attraversare.Questo ci intimoriva un po',non sarebbe stato il primo episodio di incidente, anche grave... Poi gli scalini di ferro, incastrati nella roccia, e infine con un balzo si guadagnava il sentiero che consentiva di superare l'orrido. I sassi aguzzi sembravano penetrare negli scarponi, per cui alcuni di noi si lamentavano per il dolore Si deve andare avanti, le giornate si stanno accorciando, ci aspettano alcune ore di viaggio,Sudati per la fatica, si arrivava all'aperture della valle, maestosa e lunghissima, circondata dai lati spioventi e sassosa.La guida ci aveva avvisati. Attenti alle fenditure tra le rocce, nascondevano buchi enormi dai quali era molto difficile risalire! In alcuni tratti persistevano piccole macchie di neve, dal colore grigiastro. I piu' esperti ci incoraggiavano, ancora un passaggio attaccati a una corda di acciaio, poi si sarebbe intravisto il rifugio.Eccolo, la' in fondo,sul magnifico altipiano biancastro. Il paesaggio era meraviglioso: davanti a noi la valle punteggiata dai paesini che ci eravamo lasciati alle spalle,resi scuri dalla luce del sole in declino. Alle spalle l'enorme schiera di rocce che da li' a poco si sarebbero tinte di rosa.. l'aria era frizzante e il sudore che prima ci aveva bagnato si era trasformato in brividi di freddo. Ci aspettava la discesa: prima le strade di sassi bianchissime, poi il sentiero si faceva piu' dolce e si attraversavano prati coperti di mughi e rododendri  in fiore. Oltrepassato il letto del piccolo torrente che scende dalla cima, finalmente le prime case del paese!! Stanchi, le ginocchia dolenti, ma felici, sette ore di percorso carichi di adrenalina.




3 commenti:

  1. Bravissima Lucia, nel leggere emerge il cuore di chi ama la montagna e mi sono sentito partecipe del gruppo, grazie, veramente bello. Un saluto.
    Pino Pau

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    1. Ciao Pino , ti ringrazio tanto per aver capito quello che sento per la montagna. A volte inconsciamente nel raccontare questi episodi emerge la nostalgia per i tempi passsati. Ciao

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