RE
LAURINO- LEGGENDE
Chi
ama la montagna sa che le dolomiti la sera si tingono di rosa. Se si
guarda il Catinaccio fino a primavera inoltrata, si vede una chiazza
di neve chiusa in una specie di contenitore e proprio li' una volta
c'era il giardino delle rose di re Laurino.
Egli
era il re di un popolo di nani, i quali scavavano nelle rocce delle
montagne e trovavano metalli, oro e argento. Il re possedeva due armi
magiche: un mantello che lo rendeva invisibile e una cintura che gli
dava la forza di dieci uomini. Laurino era molto saggio e buono, e
aveva una figlia bellissima di nome Ladina. La ragazze,insieme al
padre coltivava un grande campo di rose(Rosengarten).
Un
giorno passo' di li' il principe Latemar, re del monte che porta il
suo nome, che vedendo il giardino, gli si avvicino' non comprendendo
come questa meraviglia potesse esistere in quel luogo.
Vide
la principessa ladina intenta a coltivare le piante, si innamoro' e
la rapi'.Laurino, quando venne a conoscenza del rapimento
dell'adorata figlia, pianse disperato e prima di morire per il dolore
maledisse i fiori che avevano rivelato il suo regno e avevano
consentito il ratto della figlia.
Poi
ordino' che la piante non fiorissero mai più' ne il giorno ne' la
notte. E spari'. Ma aveva dimenticato l'aurora e il tramonto, che da
allora ammantano i monti di rose colorate.
SECONDA
LEGGENDA
Un
giorno il re dell'Adige decise di concedere la mano della sua
bellissima figlia Similde, e a questo scopo decise di invitare, per
una gita di maggio, tutti i nobili delle vicinanze. Tutti tranne re
Laurino che decise comunque di partecipare come ospite invisibile.
Quando sul campo del torneo cavalleresco egli vide finalmente la
bellissima Similde, se ne innamoro' all'istante. Istintivamente la
carico' in groppa al suo cavallo e fuggi' con lei. Tutti i nobili
invitati si lanciarono all'inseguimento del fuggiasco schierandosi
poi all'ingresso del giardino delle rose per bloccargli il passaggio.
Il re allora indosso' la cintura che gli dava la forza di dieci
uomini e decise di combattere. Quando si rese conto che non poteva
battere tutti quegli uomini e stava per soccombere, indosso' la cappa
che lo rendeva invisibile e si mise a saltellare da una parte
all'altra del giardino, convinto di essere invisibile agli occhi
altrui,Ma i cavalieri riuscirono ad individuarlo osservando il
movimento delle rose sotto le quali cercava di nascondersi. Lo
catturarono, tagliarono la cintura magica e lo fecero prigioniero.
Laurino, adirato per ciò' che gli stava succedendo, si giro' verso
il Catinaccio che lo aveva tradito e gli lancio' la maledizione: “Ne'
di giorno, ne' di notte alcun occhio umano potre' più' ammirarti”:
Nell'enfasi della Rabbia di dimentico' dell'alba e dal tramonto; e
cosi', da allora, accade che il Catinaccio , all'alba e al tramonto,
si colori come un giardino di ineguagliabile bellezza.
Le leggende sono l'unica vitamina che riesce a rallegrarci l'animo. Grazie Lucia, ne aspetto altre, ciao.
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