Mio nonno, come tanti altri compaesani, partiva all'inizio primavera per
la svizzera tedesca, dove lo aspettava il lavoro di muratore.
In
quei luoghi lontani e severi,poco alla volta si era creata una
piccola
comunità' di veneti che, lontano da casa, si ritrovava nel fine
settimana
per trascorrere i giorni di riposo in allegria.
Bevevano
qualche bicchiere di vino portato dal paese e commentavano
le
notizie che arrivavano da lassù'; era un modo per esorcizzare la
nostalgia
di casa, delle mogli e dei bambini ancora piccoli, che
aspettavano
con ansia il ritorno del genitore per festeggiare la fine
dell'anno. Alcuni uomini non erano ancora sposati e venivano derisi
dagli
ammogliati ( chissà' se le fidanzate li avrebbero aspettati..)
Chi
rimaneva in paese si preparava ad affrontare le fatiche estive: il
pascolo
degli animali, il maiale da nutrire con quel poco che si riusciva a
reperire,
la fienagione, il lavoro dei campi per raccogliere l'orzo e le
verdure
da conservare per l'inverno. A maggio si piantavano le patate,
che
avrebbero costituito la fonte principale di sostentamento insieme
alla
farina di mais ..la carne proveniva dai maiali macellati in pieno
inverno
e i formaggi dal latte di mucca.
La
vita era molto dura, ci si alzava all'alba e ci si coricava nel tardo
pomeriggio,
sfiniti per la stanchezza.
Le
promesse spose cominciavano a ricamare i tessuti che avrebbero
costituito
l'abito di nozze e a cucire la camicia del futuro marito.
la
fine della bella stagione si approssimava, gli abiti e il corredo
erano
pronti, gli uomini presto sarebbero ritornati, la gente era in
fermento,
nelle case si preparavano i dolci da distribuire all'uscita
della
.chiesa. la sposa indossava una camicia bianca ricamata, sulle
spalle
un fazzoletto nero con le frange, la gonna scura era coperta
da
un grembiule a fiori.
Lo
sposo portava la camicia avuta in dono, un gilet di lana,
pantaloni
di fustagno e un doppio cordone di pelle al posto della
cravatta.
i bambini correvano a prendere le caramelle, il marito
offriva
agli amici sigari e sigarette svizzere.
Il
pranzo di nozze del nonno si svolse nella sua casa natale, dove
avrebbe
abitato con la nonna, insieme ai genitori e ai fratelli. a quei
tempi.
le case erano composte da una cucina, dal fornel ( il
corrispondente
del salotto) che conteneva una grande stufa di pietra
usata
per scaldare tutta la casa, un gabinetto esterno, 1 o 2 camere da
letto
che ospitavano tutta la famiglia. Accanto alla casa c'era il
fienile
con la stalla dove si svolgeva parte della vita famigliare: la
presenza
degli animali scaldava l'ambiente e le serate.
Mia
nonna era felice perché' finalmente poteva vivere nella
sua
nuova casa, questa promiscuità' non la turbava, allora era
normale
cosi'.
Ecco un'altra bella storia di "Come eravamo", ma forse sarebbe meglio dire "Come erano i nostri nonni". Per essere felici si aveva bisogno di poco, ma quanta fatica per procurare quel "poco".
RispondiEliminaUn raccontino scorrevole che ho letto con piacere, grazie Lucia, complimenti.
Grazie, sempre gentile
Eliminabello brava Lucia
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